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Basta abbiamo già dato

“Pronto, Raffaella!” raffaella-carra.jpg
Un tempo gli italiani andavano matti per i quiz televisivi: ore e ore al telefono per beccare la linea e tentare di azzeccare quanti fagioli c’erano nel vaso di Raffaella Carrà.
585mila? 630mila? Sarebbe stato più facile indovinare una cinquina secca al lotto: ma gli italiani non demordevano e telefonavano, telefonavano, telefonavano.
Poi sono passati al televoto. Se vuoi votare tizio digita 1, se vuoi votare sempronio digita 2: è giù migliaia di voti che poi si è scoperto puzzavano di tarocco, perché un concorrente si organizzava con due o tre call center e, con una canzone del cavolo, magari vinceva pure il Festival di Sanremo.
Oggi continua imperterrita l’italiota passione per la telefonata, che ha però mutato destinatario: niente quiz o voti di preferenza, oggi si telefona per denunciare un evasore fiscale. O presunto tale.
Il numero da chiamare è facile facile: 117, quello della Guarda di finanza.
“Pronto, Guarda di Finanza, dica.”
“Ecco, si …salve, vorrei denunciare un evasore fiscale”.
“Mi dia le sue generalità”.
“Guardi, preferirei non darle, vorrei conservare l’anonimato, sa com’è… non vorrei espormi”.
“Va bene, proceda con la denuncia”.
“Ecco si tratta di questo, ieri sera ho ordinato una pizza da asporto alla pizzeria Ai 4 Gatti, in via delle Oche a Cavallino”.
“Guardi che qui è la Guardia di Finanza, non la protezione animali”.
“No, è tutto vero: ho ordinato davvero una margherita e una birra che mi è stata consegnata priva del regolare scontrino. Il conto, otto euro e cinquanta, mi è stato fatto sul cartone della pizza. Ecco, se vuole, ho conservato il cartone della pizza. Ma è valido il cartone della pizza come scontrino fiscale?”
“No, non è valido, il cartone della pizza non è numerato. Poi… guardi… a pensarci bene, ha sbagliato ufficio, per questa indagine da fare a Cavallino, in via delle Oche, alla pizzeria Ai 4 Gatti deve rivolgersi al commissario Rex.”

“Abbasso gli evasori: quelli veri, però”
A parte le battutine, è ovvio, cari lettori, che la telefonata che avete letto ce la siamo inventata.
Però non tutto è campato in aria, perché gli italiani le telefonate alla Guardia di Finanza le fanno davvero. E sono sempre di più. Lo scorso anno sono state decine di migliaia e registrato un incremento del 140% rispetto all’anno precedente. Quattro segnalazioni su dieci sono però anonime: chi chiama preferisce non lasciare nome, cognome e recapiti.
Ricordiamo, per la cronaca, che le segnalazioni anonime non possono essere utilizzate. Per l’avvio di procedimenti di contestazione di violazioni amministrative, è necessario che il segnalante fornisca i propri dati anagrafici. Va però detto che tutte le segnalazioni che arrivano al 117, comunque, alimentano il patrimonio informativo della finanza e permettono successive attività di approfondimento e analisi dei dati acquisiti.
Insomma, va ora di moda denunciare gli evasori fiscali. O presunti tali, aggiungiamo.
Intendiamoci: non vogliamo difendere gli evasori, quello che non ci piace è che vengano ogni volta, e puntualmente, criminalizzate precise categorie. Fra queste, un posto di primo piano, viene riservato a quei “lestofanti e farabutti” di ristoratori, pizzaioli, baristi.

valeria-prosciutto.jpg“Il prosciutto sugli occhi”
Dalle colonne di questa rivista abbiamo difeso, difendiamo e difenderemo a spada tratta la categoria: chi accusa gli operatori della ristorazione extradomestica di essere degli incalliti evasori ha il prosciutto sugli occhi o addirittura è in malafede.
A questi signori facciamo una domanda semplice semplice: “Ma secondo voi i veri evasori sono in crisi? Hanno difficoltà a mandare avanti le loro attività?” La risposta non può che essere, no.
Mentre per ristoratori, pizzaioli e via discorrendo in questi ultimi tempi i problemi economici non mancano. Nel settore della ristorazione extradomestica, nell’ultimo anno si registra un calo dei consumi del 2,5 con una perdita a valore complessivo di 1,6mld di euro.
E se da un lato ci mettiamo i minori incassi, dall’altro i costi vanno alle stelle.
Maggiori affitti (per chi è in locazione), maggiori costi di gestione, gli aggravi dell’art. 62 che impone i pagamenti entro i 30 e 60 giorni a seconda dei prodotti.

“IMU e TARES: mazzate da incubo”
Dilaniati da questi problemi nel 2012 hanno abbassato le saracinesche quasi 20mila locali. Una strage.
E il prossimo futuro non promette nulla di buono.
Secondo Fipe la mazzata dell’IMU ha rappresentato per i pubblici esercizi italiani un aumento che va da un minimo del +92% ad un massimo del +168%. Tramutate in denaro, queste percentuali significano che gli esercenti hanno sborsato (quelli che sono riusciti a pagare) almeno 200milioni in più rispetto alla vecchia ICI. Alla faccia degli evasori, potremmo dire.
Ma non finisce qui: è arrivata fresca fresca la nuova tassa unica sui rifiuti. Si chiama RES oppure TARES, come preferite, il dolore è lo stesso. Per chi ha un locale sarà una botta impressionante. Tenetevi forte, le percentuali sono da incubo: in alcune aree di Italia bar e pasticcerie, birrerie vedranno lievitare il costo per lo smaltimento rifiuti di ben oltre il 100%, per i ristoranti la tassa aumenterà mediamente di quasi il 50%.

“Basta abbiamo già dato”
Basta, non si può continuare a mungere il settore della ristorazione, che ricordiamolo con i suoi circa 300mila locali e il suo milione di tasche-vuote.jpgaddetti è uno dei pilastri dell’economia italiana.
Basta: la mucca non ha più latte e rischia di crepare definitivamente.
Altro che telefonate antievasione per un trancio di pizza e un boccale di birra.
La soluzione dei conti dello Stato va trovato perseguendo i grandi evasori, quelli per intenderci che sono stati protetti dal famoso scudo fiscale di tremontiana memoria.
E poi se lo Stato deve far quadrare i suoi conti, (operazione molto difficile ma non impossibile) andasse a guardare nel proprio orticello.

“I Buchi neri”
Pochi lo dico, ma sarebbe il caso di urlarlo ai quattro venti, ogni anno in Italia la macchina arrugginita (o se volete ben oliata) della pubblica amministrazione brucia miliardi di euro. Si avete letto bene: miliardi!
Secondo una ricerca compiuta da LAB PA ogni anno 60 miliardi sono divorati dalla corruzione, mentre altri 40 se ne vanno malamente in  sprechi e inefficienze. Totale 100 miliardi di euro. Un buco nero che più nero non si può. Una schifo, una vergogna che urla vendetta al cielo.
Oltre che perseguire i veri grandi evasori, il rilancio dell’Italia, la sistemazione dei conti pubblici, non può che partire dalla capacità che avrà il nuovo governo, che sia guidato da un Monti o da un Bersani, da un Berlusconi o da un Grillo di mettere mano alla spesa pubblica, eliminando inefficienze e doppioni, tagliando poltrone, dimezzando i costi della politica, soffocando i parassiti, eliminando privilegi, insomma facendo fare alla macchina pubblica il proprio dovere, con trasparenza, onestà e diligenza.
Chiediamo troppo? O dobbiamo cominciare a telefonare?


05/02/2013

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